La liquidazione giudiziale è una procedura concorsuale che sostituisce il fallimento ed è finalizzata a liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente, ripartendo il ricavato in favore dei creditori sulla base della graduazione dei loro crediti.

La liquidazione giudiziale è disciplina dal nuovo codice delle crisi. Affinché si possa incardinare una liquidazione giudiziale occorrono precisi presupposti oggettivi e soggettivi.

Sotto l’aspetto soggettivo la procedura è applicabile soltanto agli imprenditori commerciali e ne sono quindi esclusi sia le imprese minori che i liberi professionisti.

L’impresa minore è caratterizzata dal mancato superamento delle seguenti soglie dimensionali:

1) un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro € 300.000 nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;

2) ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo non superiore ad € 200.000 nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;

3) un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro € 500.000;

Nel mondo dentale questo significa che è fallibile soltanto la società odontoiatrica struttura sanitaria che non sia impresa minore.

Il presupposto oggettivo necessita la sussistenza dello stato di insolvenza dell’imprenditore.

Lo stato di insolvenza si manifesta attraverso inadempimenti od altri fatti esteriori i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

La domanda per l’accesso alla procedura deve essere presentata davanti al Tribunale del luogo in cui il debitore ha il centro degli interessi principali.

0573 364553

liquidazione giudiziale

Il concordato preventivo nella crisi della società odontoiatrica

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