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Spese odontoiatriche detraibili

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I clienti spesso non conoscono le regole fiscali di detraibilità delle spese odontoiatriche. “Dottore ma questa spesa la scarico?” oppure “Dottore, il commercialista mi ha detto di portargli la fattura dettagliata dell’intervento”, sono domande quotidiane nello studio. Con l’articolo Spese odontoiatriche detraibili tentiamo di rispondere.

Indice

  1. La legge fiscale in merito alle spese odontoiatriche detraibili
  2. Gli interventi del dentista che permettono la detrazione
  3. Cosa deve indicare la fattura del dentista
  4. Come deve essere pagata la fattura del dentista
  5. Quando il paziente può portare in detrazione le fatture del dentista
  6. Tempi di conservazione della fattura del dentista
  7. Spese sanitarie rimborsate dall’assicurazione
  8. Spese odontoiatriche sostenute all’estero
  9. Vantaggi fiscali per interventi molto costosi

La legge fiscale in merito alle spese odontoiatriche detraibili

L’art. 15, comma 1, lettera c), del TUIR  consente che dall’imposta lorda dei pazienti che sostengono le spese odontoiatriche sia possibile detrarre un importo pari al 19% di tali spese sanitarie, per la parte che eccede 129,11€.
La norma fiscale infatti consente la detrazione per le spese chirurgiche, per prestazioni specialistiche e per protesi dentarie e sanitarie in genere

Il paziente che desidera beneficiare della detrazione, deve essere in possesso della documentazione che qualifichi le spese sostenute. 

Gli interventi del dentista che permettono la detrazione

Soltanto le spese specialistiche consentono i benefici fiscali. 

Per prestazioni specialistiche si intendono quelle rese da un medico specializzato in una particolare branca come la odontoiatrica. 

Danno il diritto alla detrazione:     

  • prestazioni in odontoiatria conservativa, ossia tutte le prestazioni che riguardano la diagnosi e la prevenzione e il trattamento delle carie dentali (otturazioni, ricostruzioni dentali e trattamenti endodontici); 
  • prestazioni di parodontologia, comprese le prestazioni che includono pulizia profonda (detartrasi e levigatura radicolare), chirurgia parodontale e trattamenti per la malattia parodontale; 
  • prestazioni in Ortodonzia
  • prestazioni in Endodonzia, inclusi la pulpotomia, la pulpectomia e il trattamento canalare; 
  • prestazioni di Implantologia;
  • prestazioni di Odontoiatria Pediatrica
  • prestazioni di Odontoiatria Protesica
  • prestazioni di  Chirurgia Orale
  • prestazioni di Odontostomatologia.

Oltre alle prestazioni specialistiche rientrano nel beneficio fiscale anche le analisi, le indagini radioscopiche, le ricerche e applicazioni, le terapie, nonché qualsiasi acquisto o affitto di dispositivi medici e attrezzature sanitarie.

Cosa deve indicare la fattura del dentista

Uno dei problemi annosi è cosa scrivere nella descrizione delle fatture emesse dallo studio dentistico affinché il paziente possa “scaricare” il costo nella dichiarazione dei redditi. 

La questione dell’analiticità della descrizione dell’intervento nelle fatture del dentista è annosa e mai sufficientemente risolta. 

Una vecchia risoluzione dell’AdE, 3 maggio 1995 n. 111 precisava che non riteneva conforme alle esigenze di verifica la fattura rilasciata dai dentisti con l’indicazione della sola  dizione “Ciclo di cure medico odontoiatriche specialistiche” ovvero di frasi analoghe.

Questa vecchia posizione dell’AdE ha sollevato perplessità anche sul fronte della detraibilità della spesa. 

L’Agenzia delle Entrate è tornata successivamente in tema e questa volta ha sollevato il paziente dello studio odontoiatrico da responsabilità pesanti. Per il paziente in buona fede è sufficiente, al fine del riconoscimento della detrazione,  che nella descrizione della fattura si evinca univocamente la natura “sanitaria” della prestazione odontoiatrica, in modo tale da escludere quelle meramente estetiche o più genericamente quelle di carattere non sanitario. 

La fattura per prestazioni odontoiatriche necessita di imposta di bollo pari a 2€, che deve essere applicata sulle quelle di importo superiore a 77,47€, ed è detraibile se pagata dal cliente ed evidenziata a parte sulla fattura.

Come deve essere pagata la fattura del dentista

Una volta rassicurato il paziente sulla detraibilità della fattura del dentista, anche laddove emerga una descrizione non puntuale delle cure sostenute, occorre invece ricordare come dal 1° gennaio 2020 la detrazione del 19% degli oneri indicati nell’articolo 15 del Tuir, tra i quali rientrano le spese odontoiatriche, è fruibile soltanto se il pagamento è effettuato con versamento bancario o postale o altri sistemi tracciabili.
Altri sistemi tracciabili possono essere:

  • carte di debito;
  • carte di credito; 
  • prepagate;
  • assegni bancari;
  • assegni circolari.

Il versamento in contanti continua a essere ammesso, senza perdere il diritto alla detrazione, soltanto per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici, e per pagare tutte le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale (sia in convenzione con il SSN che in regime privato).

Quando il paziente può portare in detrazione le fatture del dentista

Il paziente può indicare le spese nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui queste sono state sostenute.

Per il paziente vige dunque il principio di cassa.

Esempio:
Se il paziente non ha un reddito elevato, con imposta lorda trattenuta dal datore di lavoro o dall’INPS per 500€, questo sarà il limite di detrazione consentito. L’eventuale eccedenza non può essere chiesta a rimborso, né utilizzata nel periodo d’imposta successivo.

La detrazione delle spese sanitarie è ammessa per quelle sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico e, in alcuni casi, nell’interesse di familiari non a carico (spese sanitarie per patologie che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario).

Un familiare è considerato fiscalmente a carico se possiede un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51€, al lordo degli oneri deducibili. Solo per i figli di età non superiore a 24 anni, questo limite è di 4.000€.

Tempi di conservazione della fattura del dentista

Il paziente che ha portato in detrazione la spese deve conservare la documentazione per tutto il tempo in cui l’Agenzia delle Entrate può effettuare un accertamento, ossia  fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Esempio:
Per le prestazioni sostenute nel 2023, portate in detrazione con la dichiarazione dei redditi relativa al 2023, occorre conservare la documentazione fino al 31 dicembre 2029.

L’Agenzia delle Entrate ha precisato che per la verifica del sostenimento della spesa, i documenti rilevanti sono costituiti unicamente dalle fatture, dalle ricevute fiscali e dagli scontrini “parlanti”. Il paziente, pertanto, non è tenuto ad esibire la prova del pagamento.

Spese sanitarie rimborsate dall’assicurazione

Le spese sanitarie oggetto di rimborso da assicurazioni hanno sempre creato molta incertezza sulla detraibilità. 

Cerchiamo di fare chiarezza.
Innanzitutto, il principio generale è che il paziente può usufruire della detrazione solo se le spese sono rimaste effettivamente a suo carico.

Nel mondo fiscale, data la regola generale, arrivano immediatamente le deroghe. Ciò avviene anche nel caso di spese sanitarie rimborsate dall’assicurazione. Vi sono dei casi in cui la detrazione delle spese è comunque riconosciuta anche se le stesse sono state rimborsate.
Questi sono i casi:

  •  il rimborso al paziente avviene per il suo versamento di premi di assicurazioni sanitarie (per i quali non spetta alcun beneficio);
  • il rimborso al paziente avviene per il versamento di premi di assicurazioni sanitarie stipulate dal proprio datore di lavoro, con o senza trattenuta in busta paga, che hanno concorso alla formazione del reddito.  

La detrazione è comunque ammessa quando i premi pagati non hanno determinato alcun beneficio fiscale.

In tutti gli altri casi, le spese sanitarie, laddove sono rimborsate dall’assicurazione, determinano la non detraibilità.

Spese odontoiatriche sostenute all’estero

Negli ultimi anni è cresciuto il c.d. turismo sanitario anche nel settore dentale. Alcuni italiani si rivolgono a cliniche odontoiatriche straniere, generalmente per meri motivi economici. Vediamo come sono trattate dal fisco queste spese. 

Le spese mediche sostenute all’estero seguono lo stesso trattamento previsto per quelle effettuate in Italia. Si osservi che la documentazione giustificativa della spesa sanitaria di una clinica straniera sarà oggetto ad un controllo ben più rigido della domestica. Sarà infatti necessaria una documentazione dalla quale sia possibile ricavare le stesse indicazioni richieste per le spese sostenute in Italia. 

Uno dei problemi più frequenti è che la documentazione è in lingua straniera. In questo caso occorre la traduzione. L’Agenzia delle Entrate ha ufficialmente sostenuto che laddove i documenti siano redatti in inglese, francese, tedesco e spagnolo, la traduzione possa essere eseguita dal contribuente stesso, negli altri casi è necessaria una traduzione giurata.

Vantaggi fiscali per interventi molto costosi

Per i pazienti che sostengono interventi particolarmente costosi, o, più in generale, nel medesimo anno sostengono complessivamente spese sanitarie molto importanti, vi è una agevolazione da ricordare.
Laddove le spese sanitarie annuali siano superiori  a 15.493,71€, la ripartizione della detrazione può avvenire in più anni.

Spieghiamo meglio la regola: è possibile ripartire la detrazione per le spese sanitarie nello studio dentistico in quattro quote annuali costanti e di pari importo quando il loro ammontare complessivo annuo è superiore a 15.493,71€, al lordo della franchigia di 129,11€.

La scelta tra rateizzazione e detrazione in un’unica soluzione va fatta al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui le spese sono state effettuate, ed è irrevocabile.

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2 risposte a “Spese odontoiatriche detraibili”

  1. Avatar Matteo
    Matteo

    Un dentista è obbligato in sede di fattura/ricevuta a indicare la qualità/tipologia dei servizi prestati? Il fondo di assistenza sanitaria (Fasi) per erogare il rimborso richiede che la fattura/ricevuta dell’odontoiatra debba indicare il tipo di prestazione effettuata (ad esempio, estrazione del tal dente, eccetera).

    1. Avatar Simone Berti

      Gentile dottore, la domanda che Lei pone è sicuramente una delle più gettonate nel mondo extra-clinico dell’odontoiatria. Sul punto si è espresso il ministero delle Finanze con la risoluzione del 3 maggio 1995, n. 111/E, protocollo 12-3600, il quale ha precisato che l’indicazione sulla fattura della dizione «ciclo di cure medico odontoiatriche specialistiche», ovvero di analoghe frasi, non siano idonee a soddisfare quanto richiesto nell’articolo 21 del Dpr 633 del 26 ottobre 1972 in tema di descrizione dell’operazione realizzata.

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